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Il sonno salva il seno


Pur essendo maggiormente trattabile, il cancro al seno è in crescita netta in tutti i paesi cosiddetti sviluppati. In Italia, dal 2000 al 2002, il più diffuso tumore femminile è salito da 32.037 a 36.634 casi l'anno. Se poi si paragona l'incidenza del tumore nella parte ricca del mondo rispetto a quella povera, la differenza è notevole: cinque volte maggiore.



Per questo, da anni, i ricercatori si interrogano sulle cause di questa preoccupante situazione. Un'ipotesi, avanzata per la prima volta trent'anni fa, sostiene che un fattore fondamentale di promozione del cancro al seno sia il dormire poco e l'alterazione del normale ritmo sonno veglia. Un recente studio su "Cancer Research", ha concluso che tra le donne che dormono di più si registrano meno casi di cancro al seno.



I ricercatori dell'Università di Turku, in Finlandia, hanno selezionato settemila donne con un sonno stabile da diversi anni. Le signore, tra i 35 e i 40 anni, che dormivano mediamente meno di sei ore a notte, hanno avuto una maggiore incidenza di cancro al seno delle coetanee che dormivano più di sette ore a notte. Ma la differenza più netta è stata con chi si faceva davvero delle belle dormite: chi dormiva nove ore a notte ha avuto la più bassa incidenza del tumore. Che c'entra il sonno con il cancro al seno?



L'ipotesi è che il poco sonno, causando un'insufficiente produzione di melatonina, faccia mancare un segnale fondamentale per il controllo delle cellule maligne.
Una conferma è venuta da uno studio pubblicato su "Epidemiology" di gennaio. Le donne studiate questa volta sono infermiere e quindi persone che, per lavoro, alcune volte a settimana non dormono di notte. Oltre centomila le donne non in menopausa osservate dalla Harvard medical school di Boston, a partire dal 1989. Nell'arco di dodici anni, più di mille e trecento donne hanno sviluppato un tumore al seno. Tra queste, le infermiere che da più di venti anni facevano turni di notte hanno avuto una maggiore incidenza del tumore rispetto a chi di turni ne aveva fatti meno oppure niente.



Questa ricerca viene dopo diverse altre e in particolare dopo uno studio molto rigoroso che ha preso in esame tutte le evidenze disponibili sull'argomento, pubblicato nel settembre scorso su European Journal of Cancer, che ha concluso che "per tutte le donne che lavorano di notte c'è un aumento di rischio di cancro al seno". E la carenza di melatonina è sempre l'indiziato numero uno.



Ma davvero la melatonina può svolgere questo ruolo protettivo? Su "Cancer research" del dicembre scorso, un gruppo di scienziati, del Laboratorio di Oncologia crono-neuroendocrina del Bassett research institute di Cooperstown in Usa, ha dato la prima dimostrazione in vivo degli effetti della melatonina su tumori sperimentalmente indotti nell'animale. L'infusione di sangue, prelevato da donne che avevano fatto una buona dormita e quindi ricco di melatonina, in animali con un epatoma (tumore del fegato) o con un tumore mammario, ha avuto un effetto di rallentamento della proliferazione tumorale. L'opposto di quello che è accaduto trasfondendo sangue povero di melatonina, prelevato dalle stesse donne che di notte sono state svegliate e sottoposte a luce brillante per novanta minuti. Infine, la soppressione della produzione di melatonina in questi stessi animali, tramite la luce, ha provocato un incremento della proliferazione delle cellule cancerose. Un ulteriore prova del legame tra cancro e melatonina.

20/02/2006

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